Li chiamavano, utilizzando al telefono tra loro un’improbabile codice da criminali, lavori di “imbiancatura”. In realtà erano rapine a mano armata, effettuate con un fucile a canne mozze nelle farmacie di Ornago e all’ufficio postale di Camparada, a maggio di quest’anno. I carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Vimercate, nel giro di qualche mese hanno identificato i due autori, nei confronti dei quali hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Monza su richiesta del pm brianzolo Michele Trianni.
Nei guai sono finiti Luciano Arcadu 45 anni, vimercatese, e Hassine Dridi, 51, italoegiziano residente a Milano in zona Niguarda. I fatti contestati sono due, (anche se nei confronti di Arcadu pende un altro procedimento per un ulteriore rapina commessa a dicembre alla farmacia di via Passirano), e risalgono all’11 maggio di quest’anno. Due rapine commesse nel giro di circa mezz’ora l’una dall’altra. La prima in farmacia ad Ornago, l’altro alle poste di Camparada.
Le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, e analizzate per le indagini dai carabinieri dell’aliquota operativa, comandati dal tenente Federica Massa, mostrano uno dei banditi fare irruzione armato di un grosso fucile a pompa (non ritrovato), e puntare con decisione alle casse. I due però sono stati traditi anche da altre immagini, quelle del comune di Camparada, che registra il traffico veicolare in entrata e in uscita, che hanno immortalato una Yaris grigia mentre si dirigeva sul secondo obiettivo.
Il lavoro di coordinamento tra la centrale operativa di Monza e i carabinieri di Vimercate, ha messo i militari sulla pista giusta. La stessa utilitaria, caratterizzata dalla presenza di diversi adesivi sul parabrezza e da un copricerchione mancante alla ruota anteriore sinistra, era stata avvistata anche nel vimercatese nei minuti immediatamente successivi alla prima rapina. L’automobile risultava intestata alla convivente di Hassine Dridi, un incensurato che probabilmente si è improvvisato delinquente per arrotondare le entrate a fine mese, mentre Arcadu aveva l’obbligo di dimora in casa in orario notturno per i suoi precedenti guai con la legge.
Le intercettazioni autorizzate dal pm hanno fatto il resto. I due, parlavano di “andare a imbiancare” questa o quella “casa”, utilizzando “rullo e pennelli”, quando invece il riferimento era ad altri obiettivi. In una occasione, hanno tentato un colpo in un’altra farmacia di Milano, ma l’italoegiziano, meno esperto, ha avuto un ripensamento, guadagnandosi una specie di rimprovero al telefono dal complice, che gli faceva notare come ci volesse “coraggio”, per “andare a imbiancare”.