Prima Mantova, Milano trentunesima e in risalita, Monza 94esima su 104 province italiane. È il verdetto del nuovo rapporto sull’Ecosistema urbano stilato da Legambiente in collaborazione con l’istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.
Il dossier mira a tracciare una fotografia delle performance ambientali del Paese attraverso un’analisi dei risultati ottenuti dalle principali città in diversi ambiti: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia sono gli indicatori presi in considerazione per la graduatoria nazionale.
Monza è stata rimandata in diversi ambiti. Tra le criticità evidenziate con priorità alta c’è la riduzione delle fonti inquinanti atmosferiche, l’ampliamento dell’utenza di mobilità collettiva e il concomitante aumento dell’offerta, le limitazioni dell’uso dell’auto privata (e l’adeguamento della velocità stradale), il miglioramento della pedonalità (e delle ciclabili), l’aumento delle rinnovabili sull’edilizia pubblica.
Promossa sul versante del trattamento dell’acqua: sia nel limitare le perdite negli acquedotti sia nell’ambito della depurazione delle acque.
Mantova guida la top ten italiana: tra i dati a favore la differenziata che sfiora l’80%, la gestione dei pagamenti dei rifiuti attraverso microchip, la disponibilità di verde pro capite, la seconda dotazione infrastrutturale in Italia (dopo Bolzano) per la ciclabilità, caratteristica che la accomuna con le altre città in posizione avanzata nella classifica nazionale (Cremona 11a, Sondrio 16a, Lodi 20a), quasi ad individuare nella bicicletta il principale “marcatore” delle prestazioni ambientali delle città lombarde.
Al secondo e terzo posto della classifica generale ci sono Trento e Bolzano, seguite da Parma, Pordenone e Belluno. Fanalino di coda è Enna. Tutte e sei le città capofila sono nel gruppo dei centri urbani che hanno raggiunto e superato gli obiettivi di raccolta differenziata del decreto Ronchi del 1997: Mantova sfiora l’80% di raccolta differenziata. Belluno e Bolzano hanno la migliore qualità dell’aria, in particolare nella città altoatesina in dieci anni il peso delle polveri sottili è stato ridimensionato del 40 per cento.
Proprio la qualità dell’aria è il problema centrale di Monza e della Lombardia: 11 capoluoghi di provincia su 12 (si salva Sondrio) rientrano nei centri urbani con qualità dell’aria classificata come “scarsa”, superando nell’arco dell’anno i limiti della normativa comunitaria sia per Pm10 e Pm2,5 che per NO2 e O3 posti come valori guida dall’OMS per la salute umana.
Monza è nel cuore dell’area, con Milano e Como, messa a dura prova dall’inquinamento prodotto dal traffico.
«Mentre Mantova si intesta il primato nazionale, grazie ai buoni risultati sul fronte dei rifiuti e delle misure di mobilità, e Milano si conferma capitale dell’innovazione, le altre città fanno fatica a trovare una dimensione che le veda protagoniste nella produzione di benessere urbano – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – L’inquinamento atmosferico si riconferma il grande nemico della pianura Padana ma, a parte Milano, le città non ingranano la marcia giusta. Decongestionare le città dal traffico e attuare una riqualificazione energetica degli edifici aumenterebbe il benessere dei cittadini e ne tutelerebbe la salute. Purtroppo da questi obiettivi siamo ancora lontani. Serve un cambio di passo anche delle amministrazioni, anche per intercettare nuove opportunità di finanziamento».