Nell’inceneritore di via Agnesi, come negli altri lombardi, potrebbero arrivare i rifiuti di tutta Italia. L’ipotesi è paventata da tempo ma ora potrebbe davvero concretizzarsi. Il decreto legge “Sblocca Italia” prevede infatti la libera circolazione dei rifiuti. Nei giorni scorsi la conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al decreto attuativo sui termovalorizzatori, anche se il Pirellone si è opposto.
Ora manca un ultimo passaggio e il decreto sarà definitivo. «Ancora una volta il Governo, in materia di rifiuti, è capace solo di punire le Regioni virtuose, come la nostra, che, negli anni, e grazie agli sforzi dei loro cittadini, hanno raggiunto una piena autosufficienza nella gestione, dei rifiuti» così l’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Terzi commenta la nuova bozza del decreto.
«Avevamo detto no allora e la bocciatura oggi è ancora di più totale – aggiunge Terzi -. Questo è uno scempio ambientale. Dall’Emilia Romagna in su, non serviranno nuovi inceneritori, ma solo perché ci penserà la Lombardia, con la sua capacità, a smaltire il pattume degli altri. Il nostro piano rifiuti regionale potrebbe subire un colpo mortale. La Lombardia non vuole diventare la pattumiera d’Italia».
«Lo denunciamo da un anno e mezzo, siamo stati i primi a muoverci in Regione e in Parlamento – commenta il consigliere regionale dei 5 Stelle Gianmarco Corbetta – ma ora purtroppo siamo arrivati al dunque. Tra pochi giorni verrà approvato definitivamente il decreto attuativo dello Sblocca Italia, che prevede l’arrivo di oltre 500 mila tonnellate di rifiuti da bruciare negli inceneritori della nostra regione, provenienti dalle altre regioni del nord Italia» Il decreto prevede che non ci siano più vincoli di bacino nella distribuzione dei rifiuti. Gli impianti potranno incenerire i rifiuti urbani e i rifiuti speciali, prodotti non soltanto localmente, ma nell’intero territorio nazionale fino a saturazione
«È un danno gravissimo all’ambiente e alla salute dei cittadini lombardi e un danno economico altrettanto grave per le comunità da cui verrebbero presi i rifiuti, che pagherebbero per l’incapacità delle loro classi politiche locali di mettere in piedi un sistema di gestione virtuosa dei rifiuti – commenta Corbetta – Maroni non ha fatto nulla per attuare il piano di dismissione degli inceneritori lombardi, proposto dal M5S e approvato da tutte le forze politiche nell’autunno del 2013.
Ha rinunciato alla programmazione degli impianti di gestione dei rifiuti, che gli spetta per legge, ancor prima che arrivasse Renzi ad imporre i rifiuti da fuori regione. La Lombardia sta per diventare la terra dei fumi grazie alle imposizioni di Renzi e all’inerzia di Maroni. A Desio d’altronde non aspettano altro: i soci di Bea hanno approvato il revamping per tenere in piedi l’impianto altri 15 anni. L’unica soluzione invece sarebbe quella di chiuderlo»