Ci sono i classici che danno una manata alla portiera per fingere un urto allo specchietto. Altri, più “sofisticati”, che, sempre con il medesimo obiettivo, lanciano sassi dal bordo della strada all’indirizzo dell’auto (è il caso di dirlo) presa di mira. Ma il truffatore a piedi è una novità assoluta. A raccontarne le prodezze è una lettrice monzese .
«Mi trovavo in auto in via Montecassino – dice – quando ho sentito un botto. Neanche il tempo di accostare che mi si è avvicinato un ragazzo in lacrime; con una mano stringeva un braccio, si lamentava per il dolore. Ha detto che l’avevo urtato con lo specchietto della mia macchina. Io non me ne ero assolutamente accorta. Poi mi ha mostrato un telefono cellulare con lo schermo crepato: a suo dire l’avevo rotto io. “Lo tenevo in mano – mi ha detto – e al momento dell’urto è caduto”».
La signora non sa cosa fare: «Mi sono agitata, soprattutto ero preoccupata per le sue condizioni». Il ragazzo si è tuttavia concentrato sul telefonino rotto: «Mi ha chiesto i danni, ha preteso che gli dessi dei soldi. Non sapevo cosa fare. Alla fine gli ho consegnato settanta euro. Lui li ha presi e si è allontanato».
Solo una volta arrivata a casa la donna ha ragionato a mente fredda sull’accaduto: «E mi sono resa conto che probabilmente era una truffa, che il ragazzo mi aveva raggirato». Ha quindi deciso di sporgere denuncia.
Una tecnica, quella adottata dal presunto truffatore, inedita al momento anche per le forze dell’ordine, alle prese con le più classiche batterie di truffatori dello specchietto. E con quelli che utilizzano i sassi. L’invito di tutti è di non farsi prendere dal panico, annotare il numero di targa e chiamare subito le forze dell’ordine.