Tanti, tantissimi fiori bianchi e un dolore composto nella chiesa di Briosco troppo piccola per contenere la folla che sabato pomeriggio ha voluto salutare Cristian Redaelli, 43 anni, morto suicida mercoledì dal ponte di Realdino a Carate Brianza dopo aver ridotto in fin di vita la compagna da cui si stava separando. Lei, Elena Di Rienzo, è sempre gravissima nel reparto di terapia intensiva neurochirurgica dell’ospedale San Gerardo di Monza. Lui prima di togliersi la vita, al culmine di un litigio nel box di casa, l’ha colpita alla testa con un martello. Un gesto rimasto per ora senza spiegazione, probabilmente un raptus dagli effetti devastanti.
Tutto il paese si è stretto intorno ai genitori e alla famiglia di Cristian Redaelli, nella stessa chiesa parrocchiale dei Santi Ambrogio e Vittore a Briosco in cui sono stati battezzati i due figli della coppia Matteo e Giorgia di 5 e 2 anni.
«La comunità è stata colpita da un grave dolore che ha segnato tre famiglie – ha detto il parroco don Pierangelo Motta nell’omelia – Perchè, ci chiediamo? Non c’è una risposta. Dobbiamo affidarci al Signore, alla fede, e pregare anche per Elena e i bambini».
E poi: «Adesso è inutile chiedersi perché sul dono della vita abbia prevalso la fragilità umana».
“Il tuo amore, il tuo sorriso e la tua forza creativa sono sempre stati per noi orgoglio di vita”. L’uomo è stato salutato con queste parole dalla sua famiglia. Al termine della funzione chi ha trovato posto in chiesa e i tanti che hanno riempito il sagrato hanno seguito il feretro al cimitero locale. In un doloroso e incredulo silenzio.
(con la collaborazione di Alessandra Botto Rossa)